L'editrice.

Non ho materiale visivo per questo post. Fossi stata fortunata, avrei potuto avere il file audio piuttosto che un mp3 piuttosto che un video fatto con un cellulare piuttosto che. Fa venire i nervi, vero? Come cosa? Il "piuttosto che" usato come congiunzione disgiuntiva e ripetuto ossessivamente. Allora, il piuttosto che si deve usare solo ed esclusivamente* per indicare una preferenza: "Preferisco andare a piedi piuttosto che aspettare mezz'ora l'autobus". Ecco. Per elencare una serie di elementi che sono equivalenti tra loro, si usa una semplice, carina e simpatica vocale: "o". Al limite, se volete essere più forbiti, potete usare "oppure". Per esempio: "Non so se andare a piedi o in autobus" indica che le due opzioni hanno il 50% di possibilità di essere scelte. Se invece dico: "Andrò in auto piuttosto che a piedi" sto esprimendo una netta preferenza per l'auto. Se pronuncio questa ultima frase dando al "piuttosto che" il significato di "o", come è ormai uso comune fare, rendo la frase ambigua.

Insomma, il "piuttosto che" mi rende nervosa. Se poi a usarlo in modo improprio è la titolare di una casa editrice, beh, merita quantomeno un post, anche se privo di foto. Piuttosto che niente.

* Sezione Meraviglie della lingua italiana: come "entro e non oltre", "severamente vietato", anche "solo ed esclusivamente" è una di quelle espressioni pompose, pleonastiche che spesso si riscontrano nella lingua italiana, espressioni che io adoro perché sono manifesto limpido e diretto del carattere degli italiani, ai quali bisogna mettere una doppia fila di paletti per evitare che cerchino escamotage per fare qualcosa che è semplicemente vietata, per far loro rispettare una semplice scadenza, per indicare loro che qualcosa è semplicemente "solo" quella cosa.


2 commenti:

Benedetta Gargiulo ha detto...

Attendevo con ansia questo post.

paola ha detto...

Scopro il tuo blog solo adesso, e un po' in ritardo sulla data del post, e mi sento finalmente compresa: qualcuno, anzi, qualcuna, è profondamente infastidita dal "piuttosto che". E non mi sento più sola ogni volta che rispondo incontenibilmente alla radio o alla televisione quando ne fuoriescono le frasi con il "piuttosto che". Ma perché? Perché qualcuno, o qualcuna, ha incominciato ad usare "piuttosto che" in senso cumulativo, congiuntivo, addizionale? invece di usare "e", "o", "oppure", "ma anche"? Guarda, mi andrebbe bene pure "ed inoltre", "ovvero", ma che c'entra "piuttosto che", espressione che è oppositiva, selettiva tra due, non congiuntiva o accumulativa? dopo questa boccata d'ossigeno, mi rimetto al lavoro, 'notte.